studio assurdo I
for piano and windup toys
comissioned by Alfonso Alberti
World Premiere: 23 May 2013, Spazio Sirin Milan, interpreter: Alfonso Alberti
Year of composition: 2013
Duration: 10'30''
The absurd has always fascinated me. I am amazed by its thousands of facets, its artistic value and contemporary implication in everyday life. This is why I tried to convey his concept in my favorite language: music. Although I was faced with a very difficult task - the sense of the absurd is inexcusable, as Camus explains - I felt myself overflowing with ideas. This is why I decided to dedicate an entire cycle to the concept of the absurd. "Absurd study I" is dedicated to mechanisms that at first sight might seem to be devoid of logic, crazy, paradoxical, contradictory, perhaps even a little crazy. But it is the sound that gives them full sense. Music for me is never absurd, it can never be absurd. Perhaps for this reason the most absurd thing I could do for myself was to try to write music that tries to capture the absurd.
"What, then, is that imponderable feeling that deprives the spirit of sleep necessary for his life? A world that can be explained, albeit with bad reasons, is a family world; but vice versa, in a universe suddenly stripped of illusions and lights, man feels a stranger, and this exile is without remedy, because it is deprived of the memories of a lost homeland or the hope of a promised land. This divorce between man and his life, between the actor and the scene, is properly the sense of the absurd. Since all healthy men have thought of suicide, it will be possible to recognize, without further explanation, that there is a direct link between this feeling and the aspiration to nothingness. [...] The sense of the absurd, at the turn of any street, can come face to face with any man. Such which, in its desolate nudity, in its light without radiation, is elusive. But this same difficulty deserves reflection." Albert Camus, "The myth of Sisyphus"
L’assurdo da sempre mi ha affascinato. Mi stupiscono le sue migliaia di sfaccettature, la sua valenza artistica e contemporanea implicazione nella quotidianità. Per questo ho cercato di trasportare il suo concetto nel mio linguaggio preferito: la musica. Nonostante mi trovassi davanti ad un compito difficilissimo – il senso dell’assurdo è inafferabile, come ci spiega Camus - mi sentivo traboccare di idee. Per questo ho deciso di dedicare un intero ciclo al concetto dell’assurdo. “studio assurdo I” si dedica a dei meccanismi che a prima vista potrebbero sembrare privi di logica, folli, paradossali, contraddittori, forse anche un po’ pazzi. Ma è il suono che da loro pieno senso. La musica per me non è mai assurda, non potrà mai esserlo. Forse per quello la cosa più assurda che potevo fare per me era tentare di scrivere musica che cerchi di cogliere l’assurdo.
“Qual è, dunque, quell’imponderabile sensazione che priva lo spirito del sonno necessario alla sua vita? Un mondo che possa essere spiegato, sia pure con cattive ragioni, è un mondo familiare; ma viceversa, in un universo subitamente spogliato di illusioni e di luci, l’uomo si sente estraneo, e tale esilio è senza rimedio, perché privato dei ricordi di una patria perduta o della speranza di una terra promessa. Questo divorzio tra l’uomo e la sua vita, fra l’attore e la scena, è propriamente il senso dell’assurdo. Poiché tutti gli uomini sani hanno pensato al suicidio, si potrà riconoscere, senza ulteriori spiegazioni, che esiste un legame diretto fra questo sentimento e l’aspirazione al nulla. […] Il senso dell'assurdo, alla svolta di una qualunque via, può imbattersi faccia a faccia con un uomo qualsiasi. Tal quale, nella sua desolante nudità, nella sua luce senza irraggiamento, è inafferrabile. Ma questa stessa difficoltà merita riflessione.” Albert Camus, “Il mito di Sisifo”